Se date una scorsa ai 60 impianti che saranno sede delle Universiadi “targate” Napoli 2019, come già sapete, non ne troverete nessuno di Battipaglia, neppure nella lista dei 34 (dei 60) utilizzati solo per gli allenamenti. Alla faccia della città che vanta (vantava?) il secondo stadio della provincia di Salerno e ben tre palazzetti dello sport, questo addirittura un unicum in tutta la regione. Eppure quando la selezione era ancora in atto, tutti, stadio compreso, erano ancora “usufruibili”, ma l’unico davvero preso al vaglio della commissione è stato il Palaschiavo, inizialmente selezionato per la disputa del primo turno degli incontri di pallavolo. Poi, giunti alla stretta finale, è stato depennato dall’elenco. Tutto questo perché il Comune di Battipaglia, chiamato a presentare un progetto per la sua eventuale riqualificazione, non ha presentato un bel niente. E' andata meglio, ad esempio, a Nocera, Baronissi e Capriglia, i cui rispettivi palazzetti dello sport hanno superato l'esame. Chi, invece, come ad Eboli, ha presentato la documentazione anche per lo stadio, se l’è vista approvare, e quindi, anche il Dirceu è stato, seppure solo in un secondo momento, inserito nella lista degli stadi sede delle Universiadi. Lista che comprende, tra gli altri, anche lo stadio di Pagani, Cava dè Tirreni, Nocera, Sarno, Fiscaino e Montesarchio. Lo stadio Pastena no, scartato, o forse mai preso realmente in considerazione quando ancora non era esplosa la grana della mancanza del certificato di agibilità, così come la sua pista, un tempo, già solo quella, fiore all’occhiello dell’atletica leggera regionale. Chissà se il Comune di Battipaglia avesse presentato un progetto per sanarne le carenze come sarebbe andata. Non lo sapremo mai, perché le richieste dei contributi alla Regione per mettere a norma gli impianti sportivi sono stati avanzati dagli altri comuni campani, ma non dall’Amministrazione di Battipaglia. Che mai ha fatto richieste in tal senso, neppure per intercettare altri contributi anche “esterni” alla manifestazione che inizierà tra breve. Tutto questo condanna la città ad un ruolo assolutamente marginale, anche nello sport, perché non solo le sue strutture risultato “datate” rispetto alle altre, ma addirittura non sono usufruibili neppure per lo stretto indispensabile, cioè per la pratica sportiva giornaliera. Così il Palaschiavo resta la tipica cattedrale nel deserto, senza un parcheggio e con un tetto permeabile all’acqua piovana come è già stato l’anno scorso, quando l’Amministrazione ne vietò l’utilizzo per tamponare le infiltrazioni che rovinavano il parquet. Il Pastena (con le palestre annesse) e il Palapuglisi sono in attesa (da febbraio) di ricevere il tanto agognato certificato di agibilità, e intanto la Battipagliese scalpita per ottenere l’utilizzo del Sant’Anna, altro impianto cittadino fatiscente come non mai, pena la sua scomparsa. Insomma, in mancanza di una valida programmazione generale si continua a procedere a tentoni...
Paolo De Vita