A poche ore dalla partenza per Malè, in Trentino, dove la Omeps Battipaglia vivrà la fase clou della preparazione precampionato, abbiamo “intercettato” il trainer della compagine biancarancio, Sandro Orlando. Giunto a Battipaglia dall’alto della sua esperienza maturata sui più importanti parquet d’Italia e d’Europa, l’esperto coach della Omeps Battipaglia ha il compito di riportare entusiasmo in un ambiente a secco di risultati da due anni a questa parte. “Detta così è una bella responsabilità – afferma coach Orlando – ma non sarei così d’accordo sul fatto che in passato i risultati sono stati deludenti. E’, invece, probabile che chi mi ha preceduto in panchina ha raccolto quanto la squadra a disposizione permetteva di raccogliere. In fondo – prosegue coach Orlando – le vere protagoniste sono le giocatrici, e chi le gestisce deve formare un giusto binomio con le atlete. Capita che ci sono trainer che non riescono a sfruttare al meglio le pur elevate capacità del gruppo a disposizione e, viceversa, c’è chi è talmente bravo da ricavare dalla proprie giocatrici risultati impensabili. Un giusto compromesso tra queste due componenti sarebbe l’ideale per fare davvero bene. Per quanto ci riguarda– prosegue il coach delle battipagliesi – ad oggi non saprei in quale categoria possiamo collocarci, perché ci stiamo ancora conoscendo. La fase di studio è reciproca, le giocatrici cercano di conoscere me e viceversa. Di certo, il ritiro di Malè ci consentirà di accelerare e agevolare questo percorso di avvicinamento”. La società sembra avere le idee chiare: quest’anno punta ai playoff del campionato di serie A1! “La cosa non può altro che farmi piacere. Io dico che in questa primissima fase della stagione qualunque squadra può ipotizzare il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Ad oggi – prosegue la sua analisi coach Orlando – non posso assolutamente dire chi siamo noi, poiché siamo in pieno work in progress, ma so bene chi sono gli altri, ed è per questo che dico che c’è tanto da lavorare”. Il presidente Rossini, in considerazione della sua conoscenza del panorama cestistico internazionale le ha affidato l’incarico di scegliere le tre nuove straniere. Su quali basi ha operato le sue scelte? “Su un unico parametro: quello del budget – ammette lapidario Orlando – Ho preso le giocatrici che per qualità e prezzo di mercato potevano fare meglio al caso nostro. Per quanto riguarda le due americane, pur arrivando dai cosiddetti campionati minori, sono sufficientemente talentuose ed esperte da garantirci un certo affidamento. Il pivot Jarosz è una giocatrice solida ed atletica, inoltre ha già esperienza dei campionati che si disputano in Europa. Il nostro play, Houser, è anch’essa discretamente dotata ed esperta, proviene dal campionato svedese ed è alla prova di un campionato molto più impegnativo come quello italiano. Infine c’è la giocatrice spagnola Gomez. Lei è quella delle tre maggiormente sotto osservazione – rivela coach Orlando – poiché non la conoscono neanche in patria, in quanto è reduce dai campionati statunitensi di Collage dove si è distinta per le sua qualità di tiratrice. Ma a Battipaglia dovrà essere molto di più di una brava tiratrice. Io per primo dovrò imparare a conoscerla bene, perché è delle tre straniere quella della quale so meno. Delle due statunitensi, invece, ho anche parlato con i loro ex allenatori”. Il coach della Nazionale Under 20 neo Campione d’Europa in carica che ne pensa del vivaio della Omeps Battipaglia? “Il fatto che nessuna delle giocatrici del settore giovanile faccia attualmente parte di una delle squadre nazionali è già un segnale del valore delle ragazze. Per questo motivo credo che la strada da percorrere sia ancora molta. Lavorare sulle qualità delle giocatrici può essere la chiave giusta per raggiungere determinati obiettivi”. La Federazione ha da poco stabilito giorno e ora della gara d’esordio, che cadrà domenica 6 ottobre, alle 16, all’Opening Day di Chianciano Terme. Avversaria la Fila San Martino. In che condizioni conta di presentare la sua squadra alla prima stagionale? “Ovviamente si lavora per essere pronti nel migliore dei modi a qualsiasi confronto, indipendentemente dall’avversarla e dalla data della partita. E’ poi un dato di fatto che le squadre più lunghe possono lavorare con maggiore intensità in allenamento e hanno maggiori possibilità di arrivare in forma in tempi più brevi. Una squadra corta, invece, deve spingere di meno in allenamento e, quindi, ha minori possibilità di arrivare pronto al cento percento già al debutto. Noi – conclude Orlando – facciamo parte della seconda casistica”.
Paolo De Vita