Che l'imprenditore De Sarlo avesse intenzione (?) di "riesumare" la Battipagliese era cosa nota a tutti in città, praticamente un segreto di Pulcinella. Così come tutti sapevano che si puntava al titolo sportivo della Virtus Cilento per ripartire almeno dall'Eccellenza. Tutto ciò, perché un titolo di serie D in Campania non era proprio spuntato fuori, neppure quello della Gelbison, seppure audacemente richiesto. E sì, perché all'imprenditore De Sarlo l'Eccellenza andava proprio stretta. Ma guai a far nomi di squadre: sarebbe potuta saltare la trattativa! Una trattativa assolutamente ben vista negli ambienti sportivi cittadini vista anche la solidità economica e i progetti dell'imprenditore battipagliese. E quindi tutti zitti zitti ad aspettare la conclusione del torneo di Eccellenza per, finalmente, annunciare il passaggio del titolo sportivo della Virtus Cilento a Battipaglia! E, semmai, nel frattempo, tifare nei playoff per la simpatica squadra cilentana, poiché l'accordo era duplice: acquisto del titolo sportivo anche (e soprattutto) in caso di promozione in serie D, con un inevitabile ritocco sulla cifra d'acquisto. Quisquilie! Tutto era già stato stabilito con largo anticipo. E, nel frattempo, anche il direttore sportivo Sergio Picarone, "ingaggiato" con previdente anticipo dell'imprenditore De Sarlo si era già messo al lavoro per strutturare l'intero entourage della neonata Battipagliese: dai magazzinieri, al segretario, dal massaggiatore al preparatore atletico... poi la sede, e un accordo per l'utilizzo dello stadio Pastena con gli attuali gestori. Per non dire della squadra e dell'allenatore: tutta gente di primo livello per la categoria, e non solo, perché la nuova Battipagliese doveva puntare in alto, molto in alto: in due anni arrivare in serie C! Lì dove un imprenditore che sa fare il suo lavoro può investire nel calcio, potendo contare di avere un ritorno economico. Cosa impossibile nel campionati dilettanti. Ed è per questo che l'interesse di De Sarlo si è concentrato sul campionato di serie C, andando alla ricerca quasi spasmodica di un club da acquistare: dall'Avellino alla Casertana, dal Potenza alla Sambenedettese, fino all'approdo all'Imolese. E la Battipagliese? Il "nostro" ha sempre rassicurato che una cosa erano gli interessi per un club di serie C, altra era il rilancio calcistico delle zebrette. Almeno fino all'altro giorno, quando ha comunicato al presidente della Virtus Cilento il suo diniego a firmare la conclusione della trattativa. Il motivo? I suoi soci, che si sarebbero defilati... un imprenditore che setaccia mezza Italia per acquistare un club di serie C che ha bisogno di "soci" per rilevare un titolo sportivo di Eccellenza... orsù, caro signore lo vada a raccontare ad altri, che nessuno dei tifosi della Battipagliese porta l'anello al naso! E mentre maestranze, giocatori e allenatori preventivamente opzionati dal direttore sportivo, e lo stesso Picarone, ora sono liberi di cercarsi un'altra sistemazione, così come De Sarlo di "coccolarsi" la sua Imolese e, semmai, di dare la caccia anche ad un club di serie B a "tempo perso", chi crede ancora nella Battipagliese deve riprendersi da un'altra delusione... A proposito, in passato le amministrazioni cittadine si impegnavano a "convincere" l'imprenditore di turno ad investire nella Battipagliese. Ma i sindaci e anche gli imprenditori di un tempo (quelli legati obtorto collo alla città dove imvestivano) non ci sono più. Ed è per questo che non c'è più neppure la Battipagliese!
Paolo De Vita