Alessandro Cucco ( a destra nella foto) è l'ultimo rugbista (ma solo in ordine di tempo!) espressione della "scuola battipagliese" in questa disciplina. Da quest'anno portacolori della gloriosa Cus Milano, Alessando aveva la concreta opportunità di ottenere sul campo la tanto agognata promozione in serie A, ma la decisione della Federazione di sospendere i campionati, lo costringerà a rinviare di un anno le sue aspettative. Ecco come ha risposto alle nostre domande.
In qualità di atleta del Cus Milano hai abitato proprio nel capoluogo lombardo nei giorni precedenti e di piena pandemia. Come hai percepito inizialmente il problema tu, la cittadinanza e la tua squadra, e come è cambiata la quotidianità nel corso dell'ultimo mese?
"In realtà sono ancora a Milano, ovviamente chiuso in casa - evidenzia Cucco - È qui che mi alleno seguendo li programma del nostro preparatore atletico Sebastiano Peri con esercizi cardio, a corpo libero ed eseguendo giochi con alcuni compagni di squadra tramite skipe, che risultano essere anche divertenti e ci aiutano a passare meglio il tempo. Questa è la mia quotidianità da un mese a questa parte. Inizialmente, invece, il problema lo credevamo un po' tutti passeggero. Infatti, dopo aver interrotto una prima volta gli allenamenti, li avevamo ripresi, salvo, poi, interromperli di nuovo e, questa volta, definitivamente".
La FIR è stata tra le prime federazioni italiane a decidere per la sospensione definitiva dell'attività agonistica. È una scelta che condividi o è stata un po' affrettata?
"Sì, la condivido, perché dopo uno stop di cinque settimane, non è pensabile ritornare a giocare con, semmai, solo cinque allenamenti effettuati. La condizione, dopo una sosta così lunga, è oramai compromessa, e bisognerebbe prima rifare un'adeguata preparazione, poiché la forma fisica non si può improvvisare".
Secondo te come ne uscirà il movimento rugbistico italiano da questo delicatissimo momento?
"Purtroppo non credo bene - afferma con un pizzico di amarezza Alessandro Cucco - poiché, a differenza di altri Paesi, dove il rugby è più sentito come sport, in Italia non sono ancora stati stanziati fondi che possano venire incontro alle esigenze di club, giocatori e allenatori. E se pure ciò dovesse accadere, dubito si tratterebbe di cifre importanti come già lo sono altrove"
Volendo essere inopportumamente cinici, la pandemia in corso arriva proprio nel momento più importante della tua carriera. Stavi, infatti, conquistando sul campo la promozione in serie A mettendoti in luce tra le file dell'imbattuta e lanciatissima capolista Cus Milano, primatista del girone A di serie B con 12 affermazioni consecutive e 7 punti di vantaggio sulla più immediata inseguitrice.
"Questo è vero, ma - evidenzia Cucco - l'importante è che la squadra comunque c'è e ci sarà. La promozione, se non arriva quest'anno per ragioni così evidenti, arriverà senz'altro l'anno prossimo, perché siamo sicuri di potercela fare. Per me - conclude il rugbista battipagliese - l'importante è giocare a rugby e farlo bene come già stavo facendo, e se dovessimo ricominciare daccapo l'anno prossimo, com'è inevitabilmente, a me va bene comunque". Così parlò l'ostinato e deciso Alessandro Cucco.
Bravo Alessandro!
Paolo De Vita