Il presidente della Omeps Givova Battipaglia, Giancarlo Rossini, lo aveva promesso prima di tutto a se stesso: fare tutto ciò che era legalmente possibile per far scontare almeno a Paulina Harsler, la sua oramai ex giocatrice comunitaria, la premeditata fuga notturna da Battipaglia, avvenuta prima della naturale scadenza del contratto che la legava al club biancarancio. Era il 15 aprile scorso, cioè a tre giorni da gara1 del primo turno di playout, quando si persero le tracce della svedese Hersler e dell'americana Melgoza che, con una lettera d'addio alla società, annunciavano il ritorno nelle rispettive terre d'origine. Quando le due lettere arrivarono sulla scrivania del presidente Rossini, le due straniere avevano già, nottetempo, raggiunto l'aeroporto e si erano imbarcate, biglietti alla mano, sui rispettivi voli. Alla decimata squadra battipagliese, diretta dalla giovane coach Federica Di Pace, non restava altro che difendere il suo posto in massima serie con le restanti giocatrici in organico poiché, anche la terza straniera, l'americana Mc Cray, aveva prima di tutte, già tagliato la corda. Ma, mentre per le due extracomunitare un'azione legale non avrebbe avuto sbocchi pratici, per la comunitaria Hersler c'erano, invece, i presupposti per intentare un lodo per il mancato rispetto del contratto. L'importante era aprire il contenzioso, poiché si trattava di una via inesplorata precedentemente da altri club. Il presidente Rossini è andato pervicacemente fino in fondo e la giustizia sportiva gli ha dato ragione su tutti i fronti: Paulina Harsler dovrà risarcire il club battipagliese e accollarsi tutte le spese processuali. Rossini ha preferito non parlare di cifre limitandosi ad esternare tutta la sua soddisfazione, anche in quanto intimamente convinto che, con almeno le due fuggiasche in campo, la sua squadra avrebbe evitato la retrocessione in A2. "Sono davvero contento per il felice esito del lodo intentato contro Paulina Harsler. Ringrazio l'avvocato Giovanni Allegro che ci ha impeccabilmente seguito fin dalla denuncia della cestista alle autorità competenti. Non ho mai dubitato circa la sentenza a nostro favore ma, soprattutto, sono felicissimo di aver creato un precedente giuridico. Per questo esorto - prosegue Rossini - le altre società, che in futuro avranno problemi simili ai nostri, a denunciare le giocatrici che non rispetteranno i contratti. Non bisogna sottostare ai capricci delle straniere, le società non sono mucche da mungere, i presidenti sono tutti persone serie che rispettano i contratti, cioè che pagano quanto pattuito. Per questo è doveroso il rispetto del contratto da ambo le parti. Ora anche le giocatrici sanno a cosa andranno incontro se decidono di abbandonare la squadra al suo destino".
Paolo De Vita