Omeps Battipaglia, il presidente Rossini non getta la spugna: "Rafforzero' la squadra e sarà pronta per le gare decisive!"

 

La Omeps Battipaglia è reduce dalla sconfitta interna nello scontro diretto con la Sanga Milano che la declassa, forse definitivamente, all'ultimo posto della graduatoria.
La battuta d'arresto con le milanesi ha determinato l'esonero di coach Beppe Caboni.
Ad inizio settimana è stata l'assistent coach Federica Di Pace ad occuparsi del gruppo.

Al presidente Giancarlo Rossini abbiamo affidato l'ingrato compito di spiegare il perché dell'allontanamento del tecnico sardo e tanto altro ancora...
"Caboni è stato esonerato non per colpe sue. Mi sono reso conto che, in questo momento, non poteva dare di più alla squadra. Noi dobbiamo essere realisti - afferma il presidente Rossini - la nostra è una squadra monca, incompleta, che ha bisogno di rinforzi, e lui non è riuscito a dare il quid tanto atteso a questo gruppo che, a sua volta, aveva bisogno di una scossa, e noi gliela abbiamo data, affinché sia chiaro a tutte le giocatrici che la nostra stagione non si è conclusa sabato con la sconfitta con Milano. Non so come finirà a maggio - premette Rossini - ma so di certo che farò anche l'impossibile per rafforzare il roster, lo devo in primis a Vincenzo Munzio, un uomo d'altri tempi, che con la sua presenza mi dà tanta tranquillità, ma anche agli altri sponsor, alla città di Battipaglia, a tutti coloro i quali vennero a Firenze lo scorso anno e, infine, anche a me stesso, perché non penso di meritarmi queste sconfitte in serie A1. L'errore, però, è stato fatto a monte!"

Cioè?
"Io mi rimprovero due grandi errori: il primo è di aver voluto riconfermare Maslarinos, nonostante avesse firmato già per Valdarno, e, la cosa più grave, fu averlo negarlo davanti a tutti noi. In quel momento - osserva il presidente Rossini - il suo rapporto con Battipaglia era finito, noi lo abbiamo voluto portare avanti comunque, ma gli strascichi ci sono stati. Il secondo errore che ho commesso è aver accettato le sue dimissioni in un momento in cui in giro non c'era alcun allenatore in grado di poter gestire una squadra come la nostra. A tutto ciò - conclude il massimo esponente societario battipagliese - si aggiungono i problemi derivanti dalle giocatrici che, per una ragione o per un'altra, non sono state utili al nostro progetto, vedi l'infortunata Bonasia, la brasiliana Monteiro e la francese Mbandu. Scelte decisamente sbagliate".

A proposito delle due straniere andate via a fine ottobre, fa riflettere che, a distanza di mesi, non siano state ancora sostituite. È così difficile reperire comunitarie o italiane e, soprattutto, farle venire a Battipaglia?
"Ti devo correggere, perché nel frattempo è arrivata Yurkevichus, che è ben altra cosa rispetto a Mbandu. Inoltre il play francese che avevamo in visione in questi giorni si è infortunato e tornerà in patria. Le italiane che sono già transitate da Battipaglia in passato hanno conservato un buon rapporto con la nostra società e ci sentiamo spesso con reciproco affetto. Per il resto - prosegue Rossini - confermo la difficoltà di reperire giocatrici italiane. Ce ne sono pochissime e di brave ancor meno. Da settembre a oggi non c'è stata squadra di A1 che ha ingaggiato un'italiana! Noi, però, restiamo vigili sul mercato con l'intento di prendere giocatrici italiane e comunitarie. Per queste ultime, potranno aprirsi spiragli per via della fine dei turni di Euro Cup e di Euro Lega, nonché, a marzo, dei campionati di Ungheria, Germania e Romania. Noi saremo pronti, nell'eventualità, a prendere cestiste che possono esserci utili".

A proposito dei due tecnici che si sono avvicendati fin'ora alla guida della Omeps Battipaglia, entrambi davano poco spazio alle giovani imserite in prima squadra. Lei condivideva questa scelta?
"Le nostre giovani non sono ancora in grado di poter giocare, da protagoniste, in A1, è vero, ma - riflette il presidente Rossini - da qui a non impiegarle affatto ce ne passa... Ho provato a spiegare, con molta tranquillità, a Maslarinos prima e a Caboni poi, che con l'assenza di due straniere non è possibile giocare in cinque, perché si può reggere fino a un certo punto. Ritengo, quindi, che gli allenatori devono essere anche un po' capaci a impiegare le ragazze per far rifiatare le titolari nel corso delle gare. Capisco che sono un po' tutti restii a utilizzare le giovani, ma l'esempio di Sarah Seka insegna che dando loro fiducia si ottengono anche risultati importanti. Inoltre, mi pare che quando le nostre giovani sono state chiamate a dare il loro contributo, hanno saputo fare la loro parte. Va comunque sottolineato che alle nostre ragazze nulla è garantito, e che per giocare devono impegnarsi un po' di più anche sul piano dell'agonismo".

La sensazione che si avvertiva nel dopo gara dello Zauli con Milano era di una certa smobilitazione generale.
"Per quanto mi riguarda - tuona Rossini - io non intendo arrendermi affatto. Se avessi percepito una cosa del genere avrei dato immediatamente il benservito alle giocatrici. Credo che questo gruppo, se adeguatamente potenziato, saprà riprendersi e disputare i play out da protagonista, come già abbiamo fatto in passato con Spezia e Vigarano, a testimonianza che a questo club i playout non fanno paura. Né tantomeno ci preoccupa doverci salvare vincendo in trasferta.
Il mio impegno è di salvare questa squadra e per riuscirci dovrò rafforzarla per farla arrivare nel modo migliore a giocare, a maggio, le partite che contano. Come si dice: il leone è ferito ma non è morto! E io, prima di morire, proprio come quando giocavo, do sempre il trecento percento! Lo ripeto: questa squadra ha bisogno di disputare qualche buona prestazione e di vincere per ritrovare la tranquillità, e per riuscirci bisogna allestire una formazione completa. Questo è l'impegno che mi assumo!"

Paolo De Vita

 

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