La Omeps Battipaglia si prepara alla serie con Milano. Smorto: "Dobbiamo essere coese e aggredire ogni partita fin dalle prime battute. Iniziando già da domenica sfruttando il calore del pubblico dello Zauli!"

 

Da quando è a Battipaglia c'è 'più gusto' ad attingere dalla panchina biancarancio!
Sì, perché Giovanna Elena Smorto rappresentanta un valore aggiunto per la formazione di coach Dragonetto!
Da una panchina che forniva un contributo oggettivamente modesto al quintetto base, alla rivoluzione di marzo voluta dal presidente Rossini, con coach Dragonetto che può attingere a piene mani da un roster che garantisce almeno tre cambi!
Una di questi, quello con più punti nelle mani, è stato, fin'ora, la guardia - ala Giovanna Elena Smorto!
L'ecletica giocatrice di origini calabresi viaggia con una media di 8.2 punti a partita con un significativo 53% da 2.
In 8 gare giocate in biancarancio, Smorto è andata in doppia cifra in 4 occasioni, le ultime due delle quali consecutive: al Faenza ha rifilato rispettivamente 15 e 14 punti. I 15 punti segnati alle romagnole allo Zauli rappresentano anche la sua hit stagionale in Italia.
Non trascurabile neppure la media dei rimbalzi, che si attesta sul 3.4 a partita.
Tutti numeri che, assime, soprattutto, alla sua autorevole presenzs sul parquet, verranno utili alla Omeps Battipaglia in occasione nella decisiva serie di play out contro il Sanga Milano che deciderà la squadra retrocessa in A2.
Ed è anche sulla sfida contro le meneghine che abbiamo raccolto le dichiarazioni Giovanna Elena Smorto, grazie al decisivo contributo dell'ufficio stampa della PB63
Ecco cosa ci ha detto!

Gara2 e gara3 di play out con Faenza sono state contraddistinte da due tue ottime prestazioni. Purtroppo concluse con un esito diverso per la Omeps. Cosa è mancato, secondo te, per chiudere vittoriosamente la serie con Faenza?
"In tutte e due le trasferte a Faenza - inizia la sua analisi, Giovanna Elena Smorto - non siamo riuscite ad esprimere la nostra pallacanestro per lunghi tratti di partita. Abbiamo trovato un’avversaria preparata che, con la sua aggressività, ci ha messo in difficoltà sia in attacco, rendendo difficile l’esecuzione dei nostri giochi, che in difesa, con i loro punti facili in transizione e la loro capacità di punire ogni nostro errore.
Diciamo che in queste partite vince chi sbaglia meno, e loro sono riuscite a portare a casa la serie mettendo in campo una pallacanestro di squadra e, forse, un pelo più di energia, in particolare in gara 3.
Portiamo comunque a casa la buona prestazione di gara 2, che ha dato un ottimo segnale sia al pubblico che al gruppo squadra. L’obiettivo è di replicare quel tipo di partita, e speriamo di riuscire ad essere più consistenti da qui fino a fine stagione".

In questo scorcio della stagione alla compagine biancarancio non è mai mancato il tuo contributo, tanto quanto agisci sotto o lontano dal canestro. Resti, a prescindere, una pericolosa mina vagante per la squadra avversaria di turno. Ti sta appagando sotto il lato agonistico questa esperienza a Battipaglia?
"Io amo il gioco della pallacanestro. E lo chiamo gioco perché, pur essendo un lavoro, il piacere ed il divertimento della competizione mi legano a questo sport in maniera viscerale. Adoro la competizione della partita, le emozioni che mi travolgono e che cerco di incanalare in maniera efficace. Mi piace vincere ma ancora di più amo l’agonismo dello sport, quindi non posso che cercare di rendere al mio meglio ogni volta che scendo in campo. Da Herne a Battipaglia, l’approccio non cambia - assicura Smorto. - Qui ho sicuramente trovato un ambiente caloroso che, specialmente nelle partite casalinghe, veicola tanta energia a favore della squadra. Tutto ciò rende quello che succede in campo ancora più denso di emozioni. Proprio come piace a me".

Sei arrivata a Battipaglia non appena si è chiuso il campionato tedesco. Come hai (ri)trovato la serie A1 e che differenze hai riscontrato col campionato tedesco?
"Non posso dire che ho percepito grandissime differenza dall’ultima volta che ho giocato una partita in A1 italiana. Diciamo che il nostro standard è sempre molto alto. È risaputo che il campionato italiano è uno dei migliori in Europa, sia a livello di organizzazione delle squadre, che dal punto di vista tecnico. Il gioco in Italia è sicuramente più strutturato e veloce, tuttavia - evidenzia Smorto - non sempre lascia la libertà di espressione ad alcune giocatrici italiane, che tendono a rispettare le gerarchie. È indubbio che le gerarchie servano, ma anche avere la possibilità di ampliare il proprio bagaglio può fare la differenza. Quello che ho trovato in Germania è stata la possibilità di guadagnarmi il minutaggio senza troppi pregiudizi, di esprimermi anche offensivamente, perché da straniera, il mio ruolo non era più quello di specialista difensiva.
Quindi, pur essendo un campionato di livello inferiore, è un ottima piazza per crescere e prendersi delle responsabilità ad un buon livello, cosa che in Italia non è sempre possibile.
Inoltre, nonostante il gioco sia meno veloce, la fisicità non manca affatto, con giocatrici di stazza sia dentro che fuori l’area. L’arbitraggio favoriva qualche contatto in più, per questo mi piace riderci su dicendo che mi è capitato, per la prima volta, di essere io a ricevere randellate piuttosto che a darle".

Ritornando alla stretta attualità, da domenica scatta la serie di finale playout contro il Sanga Milano. Anche in considerazione delle indicazioni ricevute negli ultimi giorni da coach Dragonetto, che serie sarà quella con le meneghine?
"Come ho detto prima, in queste partite qui vince chi sbaglia meno. Noi siamo amareggiate - ammette Smorto - per non aver chiuso la serie nel primo turno, specialmente nell’ultima gara a Faenza dove non siamo mai veramente entrate in partita. Quello che ho percepito, tornando a lavorare in palestra, è una squadra che sa di poter fare meglio, e che vuole far meglio, con la promessa di lasciare tutto ciò che abbiamo in campo. Dall’altro lato affrontiamo una Milano agguerrita e forse un po’ più riposata, che porta avanti un gruppo solido da anni, con l’aggiunta di qualche straniera 'chilometrica' sotto canestro. Non sarà facile ma bisogna essere coese, e aggredire ogni partita sin dalle prime battute. Iniziando da domenica, speriamo di avere la giusta energia e che la squadra venga anche trascinata dal calore del Palazauli".

Paolo De Vita

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