"Veni, vidi, vici".
Francesco Dragonetto, novello Caio Giulio Cesare, potrebbe prendere a prestito dal Console romano queste parole, che tanto coincidono con il suo operato sulla panchina della PB63, ieri come oggi!
Già in passato, infatti, il tecnico di Napoli fu chiamato in pieno marasma play out a salvare la squadra biancarancio dalla retrocessione in A2, e vi riuscì espugnando per ben due volte La Spezia. Lo stesso ha fatto quest'anno, in condizioni non meno "estreme".
L'auspicio è che non finisca come all'ora, cioè con i saluti una volta compiuta l'impresa, poiché lascerebbe in tutti quel senso amaro dell'incompiutezza...
Insomma, coach Dragonetto merita la riconferma e di iniziare il suo lavoro sulla panchina battipagliese da ferragosto e non dalla tarda primavera successiva!
L'intervista che segue al coach che ha contribuito in maniera determinante alla salvezza della Omeps Battipaglia vuole essere anche un tributo per quanto fatto soprattutto nella vittoriosa serie di play out contro il Sanga Milano, un'impresa destinata a restare nella storia del club del presidente Giancarlo Rossini.
A Milano hai portato a termine il tuo capolavoro vincendo anche gara2 senza, in pratica, concadere nulla, o quasi, al Sanga!
"Il capolavoro è stato fatto in queste settimane, non solo in questa serie con Sanga, - puntualizza coach Dragonetto - è un capolavoro di squadra. Lo ripeterò sempre: senza il grande impegno e la grande professionalità di queste ragazze non saremmo riusciti a raggiungere la salvezza. Ringrazio tantissimo queste ragazze per tutto quello che hanno fatto per me e la loro grande disponibilità nel seguirmi".
Anche sul parquet milanese avete sempre condotto il gioco in vantaggio chiudendo anzitempo la contesa nel terzo quarto, prima rintuzzando efficacemente le iniziative offensive delle avversarie per poi scatenarvi in attacco andando a segno soprattutto dall'arco.
"Gara 2 è stata preparata bene e ci siamo detti che dovevamo togliere il ritmo al Sanga come fatto in gara 1. Abbiamo mescolato un po' le carte giocando più minuti con le due lunghe e questo - evidenzia Dragonetto- ha cambiato più volte gli equilibri dei quintetti, non dando grandi punti di riferimento alle nostre avversarie. Il gioco corale, in attacco e in difesa, ha fatto il resto, portandoci a vincere, credo meritatamente, questa serie".
Hai dato un'identità tattica e fisognomica a una squadra da poco assemblata con nuove, per quanto importanti pedine, e che rischiava di essere un gruppo di sole soliste!
"Ho provato a dare in poco tempo delle certezze a questa squadra, soprattutto sfruttando le caratteristiche delle giocatrici. Pretendere di imporre tutto il mio modo di vedere la pallacanestro - prosegue Dragonetto - sarebbe stato un grosso errore. Invece, ho pensato bene di esaltare le giocatrici all'interno del gioco. Per finire, le giocatrici sono state grandi protagoniste di queste settimane che ho passato con loro e, sarò ripetitivo, ma senza il loro apporto e impegno non saremmo arrivati a questo risultato".
Battipaglia ha trovato in Domenger un regista in grado di dettare i ritmi e di prendersi le dovute responsabilità al tiro. Policari ha buttato il cuore oltre l'ostacolo ritornando la giocatrice prolifica che tutti conoscevamo, nonostante le non perfette condizioni di forma. Johnson e Ferrari hanno dato prova di grande abnegazione ritagliandosi uno spazio decisivo, nonostante un impatto col match difficile per entrambe, seppur per motivi diversi... cos'altro aggiungere?
"Posso dire una parola per tutte le otto senior?"
Prego, coach Dragonetto, ne ha facoltà!
"Comincio da "Pao" Ferrari e dal fatto che allenare una grandissima giocatrice come lei è stato per me un grandissimo onore. È stata il mio allenatore in campo. La Capitana "Lella" Potolicchio è stato il mio termometro della squadra, dentro e fuori dal campo, e posso dirvi che ha una capacità di metterci un agonismo incredibile nonostante il fatto che fisicamente può soffrire, ma prova sempre a sopperire con grande tenacia e grande tecnica. "Ciera" Johnson, il primo giorno che sono entrato in palestra le ho chiesto di essere la nostra top player e posso dire che con me è stata sempre disponibile ed ha messo sempre il 100%, nonostante un ginocchio non al meglio che, sicuramente, non le ha permesso di esprimersi al massimo delle sue grandissime capacità tecniche. "Taty" Yurkevicius - prosegue nel suo escursus, coach Dragonetto - è una giocatrice atleticamente incredibile. In queste settimane ha anche modificato, su mia richiesta, alcune parti del suo gioco, e lo ha fatto in maniera eccellente. "Mati" Domenger sono felice di averla allenata perché, ogni volta che le ho chiesto qualcosa, ha sempre provato a cercare di migliorare e, anche se in poco tempo, credo che abbia fatto un grandissimo salto di qualità come playmaker ed è stata la pedina fondamentale per il nostro gioco. "Giò" Smorto è una giocatrice di un agonismo incredibile ed averla nella propria squadra è straordinario. Sono felice di averla allenata perché mi è sempre piaciuta vederla, ed ho avuto la conferma, in queste settimane, che è una giocatrice favolosa. "Eli" Policari non aveva bisogno di confermarsi. Per me lei è stata decisiva nel 2016-17. In queste settimane sicuramente le sue condizioni non l'hanno aiutata, eppure in questa serie finale con Sanga ha dimostrato di essere una giocatrice che può meritarsi di giocare nella massima serie, ne ha le capacità. Lascio per ultima la più giovane "Sara" Seka, ma non per importanza. Sara è incredibile, perché qualsiasi cosa le ho chiesto in queste settimane è sempre stata lì in silenzio e testa bassa a lavorare e provare a fare. È una giocatrice con un grandissimo potenziale difensivo ed offensivo e se il suo bagaglio tecnico si arricchisse anche di un tiro migliore, diventerebbe - assicura Dragonetto - una giocatrice immarcabile. Chiudo però non dimenticando le più giovani. Hanno fatto quello che il primo giorno ho chiesto, cioè di migliorare se stesse e la squadra con i loro allenamenti. Mi resta il grande rammarico di averle allenate troppo poco. A tutte le loro posso dire solo grazie".
A chi vuoi dedicare questa tua impresa sportiva?
"Dedico questa salvezza alla città e alla società di Battipaglia in primis. Al presidente Rossini che ha creduto in me, e al quale devo molto, anche per il passato. Dedico questa salvezza alle persone che mi hanno sostenuto con lealtà e, permettimi - prosegue Dragonetto - dedico questa salvezza anche a chi, dal momento della notizia del mio ritorno a Battipaglia, mi ha fatto sapere direttamente o tramite altre persone, che questa sarebbe stata un'impresa impossibile. Li ringrazio perché sono state per me la mia forza".
Ora, però, sei chiamato a dare continuità al tuo lavoro qui a Battipaglia. Non vorrai lasciarci, sedotti e abbandonati, come già facesti anni fa, al termine della stagione 2016-17, dopo il duble salvezza in A1 e vittoria dello scudetto Under 20?
"Per quanto riguarda il futuro, credo che ora il presidente Rossini debba programmare nel migliore dei modi la prossima stagione, e cominciare a farlo ora che questa salvezza è arrivata. Non dipende da me - sottolinea Dragonetto - su cosa succederà nel futuro di Battipaglia. Se il Presidente vorrà, ne parleremo. Io resto a disposizione nel caso si volesse continuare in un percorso insieme. Sinceramente io per Battipaglia ci sono stato in passato ed ho voluto esserci in questo finale di stagione, perché ho sempre creduto nella salvezza di questa squadra ma, soprattutto, perché volevo che Battipaglia non retrocedesse, perché questa società è importante per il movimento del basket femminile nazionale e del sud Italia. Ora è giusto che il Presidente rimetta a posto le idee e le forze, per poi decidere su chi puntare per il prossimo anno. La cosa importante è che Battipaglia sia ancora tra le migliori squadre d'Italia della pallacanestro femminile".
Paolo De Vita