Ci siamo quasi! Manca poco all’11 marzo, giorno storico per lo sport battipagliese, che in quel giorno e in quel mese del 1989 festeggiò la prima storica promozione nel campionato di serie A1 di pallavolo. “Sono già passati trent’anni?” si chiede Amedeo Ianuale, centrale e capitano del Volley Ball Club Paif Battipaglia (nella foto: Trombetta, De Muzio, Ianuale, Petkov, Iervolino, Nocera; seduti: Olivieri, Benedetti, Iliev (vice all.), Skiba (all.), Monev (fisio.), Guentchev), “Caspita! E pensare che ancora ricordo tutto di quella stagione”. Bene, allora è proprio la persona adatta per ripercorrere quell’indimenticabile annata, culminata con l’estemporanea festa promozione di Catania. “Quell’anno formammo subito un bel gruppo, noi più esperti con i giovani, per giunta al loro debutto assoluto in A2, e anche lo straniero della squadra, il bulgaro Petkov, si integrò subito, Poi c’erano giocatori come Iervolino e De Muzio che sapevano fare spogliatoio meglio di chiunque altro. Insomma, eravamo un gruppo affiatato dentro e fuori dal campo. E poi – prosegue capitan Ianuale -, avevamo nel nostro allenatore, il professor Aleksander Skiba, il nostro fiore all’occhiello. Un vero e proprio valore aggiunto, perché faceva salire già di per sé il livello di qualsiasi giocatore che allenava”. Ciononostante la squadra giallonera non partì con i favori del pronostico. “Per nulla, anche perché il club aveva non più di un paio d’anni di vita, inoltre solo l’anno prima avevamo vinto il campionato di serie B. Nessuno, quindi, poteva immaginare di lottare per una nuova promozione, per giunta in serie A1”, Poi, però, gli obiettivi stagionali sono cambiati. “Ci siamo resi conto di essere competitivi già dopo le prime quattro o cinque giornate, quando cioè arrivammo a conquistare il primo posto della graduatoria, quindi la nostra stagione cambiò prospettiva in corso d’opera”. Il girone B di serie A2 quell’anno si rivelò molto equilibrato, la VBC Battipaglia dovette concorrere con diverse antagoniste, Jesi e Città di Castello prima, e Cedisa Salerno successivamente e fino al termine del torneo. “Ricordo la vittoria di Jesi come quella decisiva per la nostra stagione – afferma Amedeo Ianuale – battemmo i padroni di casa al tie break. Alla fine della partita Petkov, il nostro terminale offensivo sfruttato tantissimo in quella gara, arrivò nello spogliatoio stremato. Inoltre, ci fu difficile giocare in quel palazzetto nel quale ci eravamo già allenati il giorno prima. Ci sembrava così spazioso e, invece, in occasione della partita furono allungati i moduli e ci ritrovammo circondati dal pubblico di casa”. Il testa a testa con la Cedisa Salerno, che pure vinse entrambi i confronti diretti, si concluse a vostro favore, grazie al migliore quoziente set (2.000 contro 1.692) a parità di punti (28) in graduatoria. “Ricordo la rivalità non solo campanilistica ma soprattutto motivata da interessi di classifica. A Salerno perdemmo al tie break, giocammo in una palestrina e durante un time out notai uno sputo sul sopracciglio del nostro allenatore. Non un bell’ambiente”. Il campionato si decise all’ultimo turno con l’affermazione per 3-0 sul campo del Catania, ultimo in classifica. L’ultimo punto portò proprio la tua firma! “Eravamo molto tesi prima dell’inizio della partita – ricorda Ianuale -, perché sapevamo che non c’era concesso di sbagliare. In pratica, ci giocavamo tutto contro una squadra che non aveva nulla da perdere. La tensione andò subito via non appena iniziammo a giocare. Segnai l’ultimo punto del match, è vero, e fu l’apoteosi. Non si capì più niente perché fummo portati in trionfo dai molti tifosi arrivati da Battipaglia. Ricordo distintamente solo che mi saltò in braccio De Muzio! Io, poi, portavo un’improbabile barba, frutto di un fioretto che ognuno di noi fece nello spogliatoio per propiziare la conquista della promozione. Sciocchezze che si fanno in quelle circostanze”. Con la promozione diretta in serie A1 vi fu garantita l’opportunità di disputare i playoff scudetto: eliminati al primo turno dalla Camst Bologna con un duplice 3-1 al passivo. “La formula di quel campionato ci permetteva, sulla carta, di vincere addirittura lo scudetto – riflette Ianuale -. Contro Bologna a fare la differenza fu la presenza del doppio straniero per le squadre di A1 e giocatori italiani comunque di qualità diversa. Basti pensare che il palleggiatore del Bologna era Pupo Dall’Olio, dal quale mi feci regalare la maglia, però, prontamente rubatamela! Però fu una gran bella soddisfazione andare a giocare nel palazzetto di Bologna, all’epoca uno degli impianti più importanti della pallavolo italiana”.
Paolo De Vita